DISTURBI DELLA FUNZIONE MOTORIA (DISPRASSIA)
La disprassia è un disturbo dell’esecuzione di un movimento intenzionale; si tratta di una patologia complessa, che investe sia aspetti di coordinazione motoria e movimento, che aspetti cognitivi, legati alla pianificazione di azioni e alla programmazione di sequenze motorie necessarie portare a termine un’azione.
Il bambino disprattico è caratterizzato da goffaggine, e da difficoltà nell’organizzarsi e nell’eseguire compiti che richiedano di seguire delle istruzioni. Nella vita quotidiana ciò si ripercuote, ad esempio, su alcune autonomie, come vestirsi e allacciare le scarpe, sulla comunicazione, con una povertà nell’uso della gestualità o una difficoltà nelle prassie orali e sugli apprendimenti, con difficoltà nell’organizzazione del tratto grafico e della scrittura, ed in alcuni aspetti dell’ambito logico-matematico.
Esistono diversi tipi di diprassia; nella pratica clinica distinguiamo una disprassia primaria o pura (in assenza di segni neurologici e che si presenta isolatamente) e una disprassia secondaria, legata cioè alla presenza di altre patologie, quali sindrome di Williams e di Down, Disturbo pervasivo dello sviluppo, ADHD, Paralisi cerebrale. Oltre a questa distinzione, esistono poi diverse categorie “funzionali” di disprassia, in quanto il disturbo può coinvolgere sia l’aspetto esecutivo che ideativo del movimento; le principali sono:
- Disprassia generalizzata;
- Disprassia verbale/orale;
- Disprassia di sguardo;
- Disprassia della scrittura e del disegno;
- Disprassia costruttiva.
Queste tipologie solitamente si presentano associate nel bambino, con un aspetto maggiormente coinvolto, e segni sfumati di una o più delle altre difficoltà.
La valutazione della disprassia richiede un’accurata indagine che riguarda non solo gli aspetti esecutivi del movimento, ma che coinvolga le funzioni cognitive adattive, le competenze attentive e di pianificazione ed i processi cognitivi. La raccolta di questi dati permette di individuare in maniera specifica le ricadute del disturbo disprattico, e di predisporre un progetto riabilitativo con obiettivi mirati.